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07/04/09

Rinnovabili - Progetto BioMara studia uso alghe per biofuel

Finanziato in ambito europeo con 4,87 milioni di euro
Roma, 7 apr. (Apcom-Nuova energia) - Il progetto BioMara studiera'
il potenziale delle alghe nella produzione di biocarburanti, in
particolare per le comunita' isolane e rurali ed e' stato
finanziato con 4,87 milioni di euro del programma europeo
Interreg IVA, gestito dallo Special EU Programmes Body di
Bruxelles, scrive Cordis.
I biofuel, che sono stati inseriti tra le priorita' dell'Ue per
la lotta ai cambiamenti climatici, pongono, pero', il problema
della lotta tra agricoltura energetica e quella a destinazione
alimentare. La produzione di biocarburanti si pone, spesso in
contrapposizione con l'aumento della popolazione, l'incremento
della domanda di cibo e contemporaneamente dei prezzi dei
prodotti alimentari. Inoltre rispetto alle risorse necessarie per
la produzione dei biofuel, il rendimento dei biocarburanti
convenzionali non e' ottimale.
"Di fronte alla diminuzione delle riserve mondiali di
combustibili fossili e al riscaldamento climatico che deriva
dall'aumento dell'anidride carbonica immessa nell'atmosfera, e'
urgente trovare fonti rinnovabili di combustibile, a debole
impatto di carbonio. Le culture tradizionali per i biocarburanti
sono in concorrenza con l'agricoltura e la natura per l'acqua e
la terra. Abbiamo bisogno di piante a crescita rapida, facili da
coltivare e capaci di prosperare in ambienti che non sono
utilizzati per l'agricoltura o la preservazione della natura", ha
spiegato il direttore del progetto BioMara Michele Stanley.
BioMara si dedichera' dunque allo studio delle possibilita' di
utilizzo di alghe microscopiche (che producono direttamente
biocarburante) ed alghe di piu' grande dimensione (utilizzate come
biomassa). "Le alghe marine potrebbero essere un elemento della
soluzione", ha sottolineato Stanley. "La crescita e' rapida,
catturano la CO2 e la loro struttura semplice facilita la
conversione in combustibile". L'algacoltura ha suscitato notevole
interesse ma non esiste ancora un metodo industriale che permetta
di produrre grandi quantita' di biocarburante da queste
particolari piante marine.

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